La presenza del passato di Rupert Sheldrake

“La presenza del passato” di Rupert Sheldrake è un’opera che sfida i confini della scienza tradizionale, proponendo una visione radicalmente nuova del funzionamento dell’universo. Sheldrake, noto per il suo approccio innovativo alla biologia e alla fisica, introduce il concetto di “risonanza morfica”, una teoria che suggerisce che le leggi della natura non siano fisse, ma modellate dalle abitudini del passato. In altre parole, gli eventi e le forme biologiche attuali non sono solo il risultato delle leggi fisiche e chimiche, ma anche di un campo di memoria collettiva che connette tutti gli esseri viventi.

Il cuore del libro si concentra sull’idea che ogni sistema naturale – una pianta, un animale o un essere umano – non solo erediti il proprio DNA o subisca influenze ambientali, ma attinga anche a una memoria collettiva legata alle esperienze e alle forme precedenti. Questa teoria della risonanza morfica sfida la concezione tradizionale delle leggi scientifiche come fisse e immutabili, suggerendo che le leggi naturali siano più simili a abitudini che si consolidano nel tempo.

La presenza del passato di Rupert SheldrakeRisonanza morfica e memoria collettiva

Sheldrake descrive in dettaglio il funzionamento dei campi morfici, che secondo la sua teoria guidano l’organizzazione e lo sviluppo degli esseri viventi. Ogni organismo, secondo Sheldrake, attinge a questi campi morfici che agiscono come una memoria non genetica, influenzando il modo in cui si sviluppano e si comportano.

Un esempio illustrato nel libro riguarda lo sviluppo di una ghianda in quercia: il DNA non è l’unico fattore che determina questo processo, ma la ghianda è collegata a tutte le querce del passato attraverso il campo morfico che conserva la “memoria” di come essere una quercia.

La risonanza morfica spiega anche perché certi comportamenti, abilità o strutture biologiche sembrano emergere contemporaneamente in popolazioni separate geograficamente. Secondo Sheldrake, quando un comportamento o una struttura si stabilisce in una parte del mondo, diventa più facile che lo stesso fenomeno si manifesti altrove, come se l’informazione si diffondesse attraverso una rete invisibile di connessione. Questo può riguardare non solo organismi viventi, ma anche strutture sociali, credenze o comportamenti collettivi, come se esistesse una memoria condivisa tra individui o specie intere.

Questa idea rivoluzionaria estende il concetto di evoluzione e sviluppo al di là dei confini delle spiegazioni tradizionali fornite dalla genetica e dall’ambiente. Sheldrake invita a considerare che il passato degli organismi viventi, così come le esperienze collettive delle comunità umane, influenzano direttamente il loro presente attraverso i campi morfici.

Approccio scientifico e filosofico

In “La presenza del passato”, Sheldrake non si limita a proporre una teoria speculativa, ma cerca anche di supportarla con esempi ed esperimenti. Ad esempio, egli analizza fenomeni come la capacità degli animali di apprendere nuovi comportamenti o abilità in modo simultaneo in aree del mondo diverse. Questo fenomeno, noto come l’effetto del centesimo scimmia, viene utilizzato per dimostrare come la conoscenza si possa diffondere attraverso canali invisibili, senza che vi sia un contatto fisico diretto tra i membri delle diverse popolazioni.

Sheldrake esplora anche come i campi morfici possano influenzare la formazione dei cristalli e degli organismi biologici. Uno degli esperimenti discussi è la creazione di cristalli chimici: egli osserva che, una volta che un tipo di cristallo è stato formato per la prima volta, i cristalli successivi si formano più rapidamente, come se la struttura cristallina fosse “appresa” dal sistema. Questo tipo di fenomeno si adatta perfettamente alla sua teoria, suggerendo che una sorta di memoria collettiva potrebbe esistere anche nel regno inorganico.

Sul piano filosofico, Sheldrake sfida apertamente il paradigma meccanicistico della scienza moderna, che vede l’universo come una macchina governata da leggi fisse. Egli propone invece una visione più dinamica e interconnessa della realtà, in cui i processi evolutivi e la formazione di strutture naturali sono influenzati dalle esperienze passate e da una memoria collettiva che attraversa il tempo e lo spazio. Questa visione, radicalmente differente rispetto a quella proposta dalla scienza tradizionale, apre a una nuova interpretazione dei fenomeni naturali, che non sono visti come semplici reazioni meccaniche, ma come parte di una rete complessa di influenze reciproche.

Narrazione e accessibilità

Sheldrake, nonostante tratti argomenti estremamente complessi, riesce a mantenere un linguaggio accessibile. Il libro è ricco di aneddoti, analogie ed esperimenti mentali che aiutano a illustrare i concetti astratti, rendendolo fruibile anche a chi non ha una formazione scientifica approfondita. Inoltre, l’autore non esita a proporre esperimenti che possano essere condotti da scienziati o semplici curiosi per verificare la sua teoria della risonanza morfica.

Sheldrake riconosce che molte delle sue idee non sono accettate dalla comunità scientifica tradizionale, ma questo non lo scoraggia. Al contrario, incoraggia il lettore a mettere in discussione le basi della scienza convenzionale e a considerare nuove possibilità, invitando a esplorare il mistero e la complessità del mondo naturale con una mente aperta.

Punti di forza

  • Originalità e innovazione: La teoria della risonanza morfica è una delle proposte più innovative e audaci degli ultimi decenni in campo scientifico e filosofico.
  • Integrazione tra scienza e filosofia: Il libro riesce a combinare aspetti scientifici e filosofici in modo armonioso, spingendo il lettore a riflettere sul funzionamento della natura e del cosmo.
  • Accessibilità: Nonostante l’argomento complesso, il libro è scritto in modo chiaro e interessante, adatto a un pubblico ampio.

Punti deboli

  • Teoria controversa: Molti scienziati hanno criticato le teorie di Sheldrake, ritenendole non sufficientemente supportate da prove empiriche solide. La sua visione sfida le basi stesse della scienza moderna, il che può rendere difficile per alcuni lettori accettare le sue idee.
  • Richiede apertura mentale: Il libro può risultare complesso o eccessivamente speculativo per chi preferisce spiegazioni più convenzionali e basate esclusivamente sui principi della scienza tradizionale.

Opinione generale

“La presenza del passato” di Rupert Sheldrake è un’opera stimolante e provocatoria che invita i lettori a ripensare le basi della scienza e a esplorare nuove modalità di comprensione del mondo naturale. La teoria della risonanza morfica, pur controversa, rappresenta una sfida intellettuale affascinante che spinge a riflettere sul ruolo della memoria e delle abitudini nella formazione della realtà. È un libro consigliato a chiunque sia interessato a una visione non convenzionale della scienza e della filosofia, e a chi è pronto a mettere in discussione il dogma scientifico per abbracciare nuove possibilità.

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